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Mi chiedono cosa scrivo: racconti, romanzi, poesie, gialli, noir? No. Scrivo solo biglietti. Il mio genere letterario sono i biglietti. I biglietti sono tracce indelebili di una partenza o di un ritorno. Non sono messaggi da cancellare sul display ma da infilare nel salvadanaio. Ci salveranno dal debito dei giorni passati. I biglietti non hanno grammatica. Non sprecano carta. Hanno fretta di arrivare ma dicono lentamente. Parlano indifesi. I biglietti sono bambini che imparano a parlare. A volte camminano reggendosi al bavero di uno specchio. Aspettano un solo lettore e chi legge senza esserne destinatario è clandestino su una barca di carta.